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Dott. Giuseppe Lenzo

fisioterapia - Riabilitazione - Rieducazione

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Martedì, 02 Dicembre 2014 00:00

Approccio Riabilitativo Alle Distorsioni Di Caviglia

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Cos'è la distorsione e come la si cura ?

La distorsione di caviglia è un evento frequentissimo sia nell’atleta sia nella vita quotidiana. Le distorsioni possono essere in eversione ed in inversione.

Le distorsioni in inversione determinano una ipersollecitazione del compartimento legamentoso laterale (legamento astragalo peroneale anteriore, il peroneo calcaneare). Le distorsioni in inversione sono più frequenti perché il malleolo laterale è più lungo del malleolo mediale che quindi non si oppone ai movimenti di inversione.

Le distorsioni in eversione (più rare) determinano una ipersollecitazione del compartimento mediale (legamento deltoideo).                                                                                                                                                              

Vi sono tre gradi di distorsione di caviglia:

  • LESIONI DI I GRADO: si ha una rottura fibrillare legamentosa con sollecitazione dei recettori propriocettivi responsabili della reazione vaso-motoria. Il paziente presenta tumefazione e dolore al carico.
  • LESIONI DI II GRADO: si ha una rottura parziale fascicolare dei legamenti,senza soluzione di continuo capsulare. Il paziente presenta dolore,tumefazione, possibile infiltrazione ematica delle parti molli periarticolari e limitazione funzionale parziale.
  • LESIONI DI III GRADO: si ha la rottura completa di uno o più legamenti con breccia capsulare

Il paziente presenta dolore,tumefazione (edema), ematoma, limitazioni funzionali più marcate.

TRATTAMENTO RIABILITATIVO

Il primo obiettivo è quello di ridurre la tumefazione, il dolore, il gonfiore, l’edema e far si che i legamenti che si sono lesionati vadano incontro a cicatrizzazione. Il trattamento è costituito da riposo, ghiaccio bendaggio compressivo e in un primo momento bisogna tenere l’arto in scarico. Il paziente quindi per tenere l’arto a riposo deve camminare con le stampelle senza trasferire il carico sull’arto malato. Questa è una cosa che viene fatta spontaneamente in quanto il paziente quando appoggia il piede a terra ha dolore. Il ghiaccio è importante in quanto ha un potere di vasocostrizione e quindi riduce l’edema ,con effetto antalgico (20 minuti all’ora nei primi giorni e poi viene applicato 4 -5 volte al giorno). Il bendaggio compressivo tende a favorire il riassorbimento dell’edema e riduce anche la sintomatologia algica in quanto immobilizza l’arto. Tenere l’arto in scarico è importante per favorire il ritorno venoso al cuore. L’immobilizzazione gessata può essere indicata nelle distorsioni di II e III grado.

Nel momento in cui il paziente cessa di avere dolore e quando la tumefazione è scomparsa, possiamo avviare la seconda fase del trattamento riabilitativo , cercando di recuperare al massimo l’escursione articolare, la forza dei muscoli della caviglia e quindi la completa funzionalità dell’articolazione. Bisogna recuperare la flessione dorsale e plantare facendo dei movimenti in un primo momento senza nessun carico quindi a catena cinetica aperta. La III fase si basa sul rinforzo globale della caviglia , con esercizi , anche,di inversione ed eversione, e l’incremento dei lavori propriocettivi.

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