La scoliosi si presenta come una deviazione laterale, permanente, della colonna vertebrale associata alla rotazione dei corpi vertebrali. Questa rotazione si accompagna ad una deformazione dei dischi intervertebrali e a retrazioni (accorciamenti) muscolo legamentose. Si presenta durante l’infanzia, l’adolescenza, ma può anche essere congenita, si evolve durante lo sviluppo e si arresta a sviluppo terminato.
Presenta una o più curve che alterano l'aspetto e la funzione della colonna e del tronco (curve strutturate o primitive),le quali , al contempo, portano alla formazione di curve di compenso così che il cranio sia centrato sul bacino e sul perimetro di appoggio.
Se non vi è rotazione dei corpi vertebrali e il soggetto riesce a correggere spontaneamente la postura errata , allora l'anomalia prende il nome di paramorfismo, dunque atteggiamento, che necessita di trattamenti fisioterapici e posturali adeguati per una corretta risoluzione.
COME LA SI VALUTA?
Un'anamnesi ben condotta può fornire dati importanti per l'inquadramento del paziente.
L'esame obiettivo del rachide va condotto in ortostatismo (posizione eretta) valutando la presenza di uno dei seguenti segni
spalle a diversa altezza
bacino sbilanciato
una o entrambe le scapole prominenti
anca sollevata
inclinazione della postura da un lato
asimmetria dei triangoli della taglia
Inoltre, posizionando un filo a piombo a livello dell'apofisi della settima vertebra cervicale è possibile valutare il grado di compensazione tra tronco e pelvi : normalmente il filo a piombo dovrebbe cadere nella piega interglutea.
Molto importante è la ricerca del gibbo: facendo flettere in avanti con il tronco il paziente risulta facile valutare l’incurvamento dei processi spinosi e soprattutto l’entità del gibbo costale.
TRATTAMENTO
Per quanto riguarda il trattamento bisogna distinguere quali sono gli atteggiamenti della scoliosi correggibili da quelle che sono le vere e proprie alterazioni della colonna vertebrale che nelle fasi iniziali possono essere trattati per angoli compresi tra i 15 ed i 20 gradi tramite l'educazione posturale e la regolare pratica di attività fisica. L'osservazione prevede controlli clinici ogni 6 mesi e radiografici annuali.
Per angoli compresi tra i 25 ed i 40 gradi il trattamento incruento ha lo scopo di fermare o rallentare l'evoluzione della curva. Esistono diverse soluzioni terapeutiche incruente adattabili alla gravità della situazione: dalla chinesiterapia, alla fisioterapia posturale secondo il metodo Mézièrese, alla fisioterapia in acqua. Per le situazioni più gravi si utilizzano corsetti di vario tipo (Milwaukee, gessati, Lionese, Lapadula ecc.), che hanno però lo svantaggio di limitare i movimenti e di essere molto scomodi per il paziente.
Oltre i 35°-40° si ricorre al trattamento chirurgico che ha lo scopo di bloccare la deformità impedendone l'evoluzione evitando così complicazioni respiratorie o neurologiche. L'uso di un corsetto gessato può rappresentare una valida terapia nei casi in cui l'accrescimento osseo debba ancora terminare. Il corsetto gessato viene altresì utilizzato in seguito al trattamento chirurgico per immobilizzare temporaneamente il rachide.
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